14 Gennaio 2021
Il sito WEB, questo sconosciuto
Il sito web, il primo strumento di marketing digitale, si può ormai considerare “uno sconosciuto”?
Certo un titolo che di primo acchito può lasciare perplessi. Eppure, nato negli anni ’90, il capostipite del marketing digitale nel corso del tempo ha subito tali e tante metamorfosi da poter affermare che oggi è uno strumento che
non conosciamo più!
Sì, il sito web, almeno per la PMI, è come una parola di cui si fa uso smodato e improprio e che il buon Ms Word definirebbe logora e abusata.
E’ diventato uno strumento molto inflazionato che attraverso creazioni automatizzate, template uniformati e piattaforme gratuite, viene troppo spesso declinato in soluzioni di bassa o nulla utilità che riempiono i server di tutto il mondo senza porsi degli obiettivi strategici, talvolta ottenendo effetti contrari a quelli immaginati dal committente.
E’ quindi morto come strumento di marketing?
No! Non è morto, è soltanto molto più difficile renderlo efficace. Infatti, ormai da anni, solamente chi sa leggere la trasformazione del contesto in cui opera è in grado di riportarlo in testa alla classifica degli strumenti di marketing più redditizi.
Cosa è cambiato? Semplicemente il modo di recepire le informazioni e gli strumenti utilizzati.
L’utente digitale medio è continuamente bombardato da informazioni che non cerca, annoiato da pubblicità invasive, distratto da varie fonti digitali, frettoloso, necessariamente superficiale e spesso prevenuto. Insomma il peggior target pubblicitario.
Tenuto conto della difficoltà nel veicolare in modo efficace/redditizio i messaggi, quali caratteristiche deve avere un sito web?
La partita non si gioca più attraverso ‘effetti speciali e colori ultravioletti‘, come diceva una nota pubblicità di molti anni fa, ma con soluzioni tangibili alle esigenze principali del prospect, principalmente legate a due aspetti cardine: il tempo (performance) e la sicurezza (robustezza).
1. Il tempo
L’utente deve poter arrivare subito all’informazione che cerca, con un’ottima leggibilità su ogni dispositivo, una user experience amichevole e contando su un’interattività istantanea in termini di risposta alle azioni che compie. No assoluto a virtuosismi grafici che pesino sui tempi di reazione della pagine, poiché risulteranno stucchevoli e allontaneranno il visitatore. Riguardo al tempo, anche se indirettamente, ha un peso rilevante una corretta attività di indicizzazione (SEO), ovvero la capacità del sito di proporsi nel SERP (la lista dei risultati dei motori di ricerca, per intenderci) a fronte di una ricerca operata da un utente.
Senza addentrarsi in discorsi tecnici che esulano dall’obiettivo del post, a titolo di esempio, gli strumenti di sviluppo che consentono minuziosi controlli sia dei tempi di risposta delle pagine che dei livelli di indicizzazione sono innumerevoli (ad esempio Google propone: https://www.thinkwithgoogle.com/intl/it-it/tendenze-e-insight/ https://developers.google.com/speed/pagespeed/insights https://trends.google.it/trends/?geo=IT)
e il loro utilizzo è determinante per fare la differenza tra un sito web amatoriale e uno professionale.
Nell’immagine un esempio di risultato dello strumento Lighthouse della console del browser Chrome.

eseguito sul sito Coresoftware
2. La sicurezza
Tra gli aspetti determinanti nel conferire caratteristiche professionali al sito che spesso non è soltanto un sito web vetrina, ma un blog, o una web application, quello della sicurezza è senz’altro il più trascurato. L’utente medio non bada minimamente alla sicurezza informatica, ritenendola quasi una leggenda da film.
Grossolano errore di valutazione!
Un sito web può essere oggetto di innumerevoli attacchi informatici che vanno dal furto di banda, allo spam, fino al furto di informazioni riservate attraverso la scalata dei privilegi. Gli effetti, nella migliore delle ipotesi, si notano con rallentamenti, perdita di indicizzazione, redirect inconsapevoli a pagine di siti pirata, consumo ingiustificato di banda.
Anche per questo aspetto la comunità di sviluppatori, sia commerciale che open source, mette a disposizione una miriade di strumenti che verificano l’adozione di efficaci tecniche anti hacking nel progetto. Semplificando al massimo possiamo dire che tali strumenti verificano l’adozione delle politiche di sicurezza passive (CSP stringenti, verifiche SRI, limitazione di gestione dei cookies di sessione, ecc…) e attive (verifica della sterilizzazione dell’input, verifica del filtraggio o escaping delle stringhe passate al comandi SQL) assegnando un punteggio che indica il grado di sicurezza del prodotto. Come per gli strumenti di auditing delle performance e del SEO anche per questi strumenti (per citarne uno tra i più utilizzati: https://observatory.mozilla.org/) possiamo affermare che
il loro utilizzo è determinante per fare la differenza tra un sito web amatoriale e uno professionale.
Nell’immagine un esempio di risultato dello strumento Observatory Mozilla avviato su una web application sviluppata da Coresoftware.

Mettiamo a frutto performance e sicurezza
Dopo questa breve analisi sullo stato di salute del sito web inteso come strumento di marketing è il caso di spendere qualche altra parola su ciò che costituisce l’amalgama tra prestazioni e sicurezza permettendo all’utente di usufruire del prodotto finito, ovvero: la user experience. Si potrebbero scrivere pagine e pagine sulle varie tecniche di disegno. Tecniche che garantiscano accessibilità, usabilità, interattività, ecc…, ma tutte, alla fine, rispettate le regole base, darebbero luogo ad una gran varietà di soluzioni, tutte valide.
Un bene? Sì e no.
Mi spiego meglio: se è vero quanto ci siamo detti, cioè che un sito web raggiunge l’obiettivo di trasferire il contenuto commerciale al prospect tanto più usa un modo semplice e ‘familiare’ per farlo, ecco che la priorità, a parità di best practices di disegno, non è più il differenziarsi nella forma, ma uniformarsi nella forma pur mantenendo un’identità e differenziarsi nella sostanza (i contenuti). Questo obiettivo si raggiunge utilizzando standard di disegno largamente diffusi, adeguando i contenuti alle esigenze dall’attività che lo utilizza. A tal proposito, Coresoftware, complice una pluriennale sinergia con la pubblica amministrazione, ha scelto per il suo sito web di aderire agli standard di disegno proposti dalle linee guida dell’ Agenzia per l’Italia Digitale (https://www.agid.gov.it/), le quali si pongono tra gli obiettivi la standardizzazione dei principali aspetti della user experience, a tutto vantaggio della “curva di apprendimento” del visitatore e a discapito di un’originalità che non darebbe frutti.
Concludendo
Ora che ci siamo sincerati sullo stato di salute di questo datato strumento di marketing e abbiamo toccato i principali aspetti che la influenzano, abbiamo degli elementi di riflessione in più che spero possano essere utili nel valutare la scelta di dotarsi di un sito web professionale per proporre un’attività commerciale di successo.
Enrico Audisio – Coresoftware IT

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